I profondi valloni che solcano la Majella Orientale da Sud Ovest verso Nord Est, rappresentano l’elemento peculiare della zona che ci circonda. Ai piedi degli altipiani della Majelletta, posta al davanti di alcune delle vette più importanti della Majella (M. Amaro, M. Acquaviva, M. Focalone, Cima Murelle….), ampie vallate si aprono allargandosi progressivamente verso il mare e  modellando un paesaggio ancora prepotentemente rurale dai 400 -500 metri di altitudine fino alla zona costiera, dove si concentra la maggior parte della popolazione.

La Valle del Foro, aspra e fredda nel tratto sommitale, ampia e assolata verso la pianura è caratterizzata da una grande varietà geologica e biologica. Le forre rocciose che si aprono in mezzo ad estese faggete di alto fusto, lasciano poi il posto a boschi misti ricchi di notevoli tipicità floristiche e faunistiche. Grandi esplosioni di orchidee nel periodo primaverile, prati rigogliosi e fresche faggete, sono frequentati da lupi, tassi, volpi, martore, faine, cervi, caprioli e cinghiali. Non mancano vipere, colubri, marassi, salamandre e tritoni, mentre in alto volteggia un gran numero di rapaci.

Non mancano le aggressioni a questo territorio, frutto soprattutto di un cattivo modello di sviluppo perseguito a cavallo degli anni ’70-’80, ma nonostante tutto, si avverte ancora quell’antico fascino degli accastellamenti alto-medievali. I borghi abbarbicati alla roccia, conservano ancora intatte le vestigia di un passato importante e di una laboriosa attività artigianale.

Legno, pietra, ferro battuto, ceramica artistica, antiche ricette gastronomiche impreziosiscono quell’antica cultura di forte attaccamento alla propria terra.

Il destino degli uomini nella regione che da circa otto secoli viene chiamata Abruzzo è stato deciso principalmente dalle montagne. Gli Abruzzesi sono rimasti stretti in una comunità di destino assai singolare, caratterizzata da una tenace fedeltà alle loro forme economiche e sociali, anche oltre ogni pratica utilità. Il che sarebbe inesplicabile se non si tenesse conto che il fattore costante della loro esistenza è appunto il più primitivo e stabile degli elementi: la natura!